Home 19 aprile 2018

XVIII CORSO DI AGGIORNAMENTO SUL GIARDINO STORICO "GIULIANA BALDAN ZENONI-POLITEO" – 2018
Aspetti letterari, storici, filosofici, architettonici, economici, botanici, ambientali
 La parte del selvaggio. Miti e figure della natura senza l'uomo

 

  giovedì, 19 aprile 2018, aula A, primo piano, ore 16,
Complesso Didattico di Biologia e Biomedicina Fiore di Botta, via del Pescarotto 8, Padova
 
Il bosco in città e il suo valore ecologico, ambientale e sociale
Tavola rotonda con: ELENA  ACCATI – Università di Torino; FILIPPO PIZZONI – aMAZING_sTUDIO Milano; PAOLO SEMENZATO – Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali Università di Padova; coordina ANTONELLA PIETROGRANDE –  Gruppo Giardino Storico Università di Padova
 
 
Realizzato a partire dal 1974 da Italia Nostra, Boscoincittà oggi è un grande parco del Comune di Milano
 
Il bosco come universo narrativo e poetico 
Nell'immaginario comune attorno al bosco esistono suggestioni che spaziano da un concetto positivo, quello del contesto ambientale rigoglioso, brulicante di vita e incontaminato, gradevole e riposante, a un'idea negativa, luogo oscuro e misterioso, entità impenetrabile, inquietante e ostile. Dopo avere esposto qualche breve considerazione in merito alla storia dei boschi, alla loro comparsa, alla loro importanza, parlerò del bosco come contenitore di storie: infatti, gli alberi sono protagonisti e testimoni della nostra vita! Ignorandoli, non sarebbe possibile raccontare la vicende degli uomini. Gli alberi, principali elementi dei boschi, sono suscitatori di memorie e, insieme, ricettacoli di personalissime emozioni. Basti pensare ai lauri di Petrarca, ai biancospini di Proust, alla quercia caduta di Giovanni Pascoli, alla ginestra di Leopardi, ai cipressi di Carducci, per citare solo qualche esempio molto noto.
Mi riferirò ai boschi dell’antica Grecia, al canto quinto dell’Odissea, a Tristano e Isotta, all'incontro di Enea e Anchise in un bosco isolato, alle selve del medioevo inospitali e popolate di bestie feroci, alle leggende spaventose e meravigliose delle foreste raccontate nelle narrazioni del paganesimo. Dalla selva oscura di Dante passerò alla natura in Petrarca, da Nastagio degli Onesti del Decamerone alla selva dell'Umanesimo e del Rinascimento, dalle fantasticherie di Don Chisciotte al bosco del Sogno di una notte di mezza estate, dall'Illuminismo alle paure di Renzo nei Promessi sposi. Dal bosco delle favole ci inoltreremo nella natura selvaggia delle gelide foreste dell'Alaska, ne Il segreto del bosco vecchio di Buzzati, ricorderemo Il taglio del bosco di Cassola, L'uomo che piantava gli alberi di Giono, Il barone rampante e Marcovaldo di Italo Calvino. E poi Giuseppe Bonaviri con La divina foresta, Marco Vichi con Il bosco delle streghe, i fratelli Carofiglio con La casa nel bosco e Mauro Corona. 
In conclusione,  segnalerò ancora una volta l’importanza che il bosco riveste per l’educazione dei ragazzi e alcune amare considerazioni di Mario Rigoni Stern, per il quale "l'innegabile progresso della vita materiale non è ancora divenuto un'opportunità su cui costruire una vita più umana”"e del poeta veneto Andrea Zanzotto che afferma che “il bosco del Montello è sempre più minacciato dal cemento”.          
Elena Accati
 
Il Boscoincittà di Italia Nostra
Quarantaquattro anni fa è nato a Milano il Boscoincittà. Nel 1974. Antonio Cederna anni prima aveva scritto Città senza verde, in cui denunciava, partendo proprio dalla situazione di Milano, la cronica carenza di spazi pubblici naturali, soprattutto per i bambini, nelle grandi città italiane. Negli stessi anni la sezione milanese di Italia Nostra passava da una posizione puramente protestataria a una propositiva, spinta anche dalla "complicità" prima del sindaco Aniasi e poi di Tognoli, ben contenti di sfidare l'Associazione nel farsi carico direttamente di un'area verde da gestire per conto del Comune di Milano. La sfida è stata più che vinta.
L'Amministrazione ha rilanciato, accettando la scommessa e indicando l'area dove realizzare il progetto: trentacinque ettari intorno alla Cascina San Romano, lungo la via Novara, vicino allo Stadio di San Siro. Il parco è stato realizzato su terreni pubblici concessi dal Comune di Milano a Italia Nostra con convenzioni novennali e grazie alla collaborazione di migliaia di volontari. Accanto a Italia Nostra, a partire da quegli anni si schierò il meglio della società civile e il ricchissimo mondo del volontariato ambrosiano, comitati di quartiere, associazioni, scout che
cominciarono di buona lena a piantare gli alberi donati dal Corpo Forestale. 
Da subito fu chiara lintenzione di realizzare non l'ennesimo parco-giardino, ma un vero e proprio bosco "urbano", secondo idee e modelli già realizzati in Nord Europa.
Il Bosco ha portato la cultura della forestazione urbana in Italia. Tanto è vero che proprio alla luce di questo "esperimento", il Corpo Forestale dello Stato, diretto allora da Alfonso Alessandrini, inserì la forestazione urbana nel piano forestale. E più in generale il Bosco, insieme al Parco delle Cave e al Parco Nord, ha inaugurato un nuovo modo di fare il verde urbano, con la presenza diretta degli operatori sul territorio e il coinvolgimento del volontariato. Dal 1974, i criteri che hanno ispirato l'evolversi dell'iniziativa sono stati l'approccio globale, la sostenibilità economica, la tipologia di parco in relazione alle questioni poste dalla collocazione in area urbana densa, il coinvolgimento dei cittadini. Il risultato, oggi, è un luogo caratterizzato da naturalità diffusa, che offre ai cittadini anche servizi puntuali (orti, giardini tematici, spazi per cani, aree pic-nic e feste) collocati in zone prossime all'abitato.
Filippo Pizzoni
 
Porto di mare 
In zona Corvetto/MM Porto di mare sta nascendo un nuovo parco per Milano. 
A fine luglio 2017 il Comune di Milano, grazie all'esperienza del Boscoincittà, ha affidato alle cure di Italia Nostra Milano Nord – Centro di Forestazione Urbana l'area di Porto di Mare per restituire ai cittadini un vasto territorio di 65 ettari da decenni abbandonato e, negli ultimi anni,conosciuto più che altro come discarica e luogo di spaccio.
Con il nostro lavoro realizzeremo sentieri, zone destinate allo svago e allo sport, zone di osservazione della fauna soprattutto nella zona umida dei pratoni e collegamenti ciclopedonali con le zone limitrofe. E questo è solo l'inizio. Importante il coinvolgimento delle associazioni di zona e dei rappresentanti del decentramento amministrativo nella conoscenza delle caratteristiche dell'area e nei programmi di attività manuali e di comunicazione.
Per cominciare subito e bene e in linea con gli intenti di recupero sociale, domenica 24 settembre 2018, nell'ambito di Green City (manifestazione di tre giorni dedicata al verde) Italia Nostra organizza con Legambiente una giornata di pulizia straordinaria al Porto di mare con gruppi di volontari per raccogliere i rifiuti con opportune attrezzature fornite da Amsa – Azienda Milanese Servizi Ambientali. Seguirà la festa-picnic con cibi e bevande da condividere, portate da cittadini e associazioni .
Filippo Pizzoni
 
Con il termine di foresta urbana ci si riferisce ad un'ampia varietà di popolamenti arborei di diversa natura e origine che si trovano all'interno delle aree urbanizzate, o nelle loro immediate vicinanze, oppure anche a popolamenti in aree meno antropizzate che tuttavia hanno un effetto diretto sull'ambiente della città. Un elemento comune ai boschi urbani, sia che si tratti di popolamenti di origine antropica, come parchi, giardini, o viali alberati, sia si tratti di popolamenti spontanei, è quello di fornire agli abitanti dei servizi ecosistemici, in grado di influire sulla qualità della vita e sulla sostenibilità delle città.
La disciplina dell’Urban Forestry, sviluppatasi soprattutto dagli anni '80 del 1900, si occupa in primo luogo della quantificazione di questi servizi ecosistemici e delle soluzioni di pianificazione e gestione più efficaci per rendere massimi e costanti nel tempo i benefici che ne derivano per i cittadini.
Nell'intervento verrà illustrato lo stato della ricerca in Urban forestry, con particolare riferimento agli effetti delle "foreste urbane", sul clima, sulla qualità dell'aria, sulla regimazione delle acque superficiali, sulla biodiversità, sul benessere fisico e mentale della popolazione. Verranno poi indicati alcuni degli strumenti disponibili per valutare l'efficacia delle foreste urbane esistenti e di possibili scenari di pianificazione e gestione.
Paolo Semenzato
 
ELENA ACCATI, laureata in Scienze agrarie presso l'Università degli Studi di Torino, ha svolto tutta la sua carriera universitaria in Facoltà di Agraria. Già Professore ordinario di Floricoltura e Docente di Floricoltura e di Parchi e giardini, è stata responsabile di una Laurea di primo livello che si è svolta a Sanremo, di una Scuola di Specializzazione e di un Master sulla progettazione dei parchi e dei giardini  presso la Città Studi a Biella. Ha lavorato in paesi in via di sviluppo per conto della FAO e della Banca Mondiale, insegnando alle popolazioni locali a produrre più cibo. Ha curato progetti di ricerca sul paesaggio e sul giardino storico. Ha collaborato e collabora a quotidiani e periodici, attualmente ha una rubrica sull'Eco di Biella dal titolo Pagine verdi.
Ha pubblicato 250 lavori scientifici e una quindicina di libri sui parchi e giardini (tra cui un volume su 120 giardini privati del Piemonte). Scrive libri per ragazzi per insegnare loro a conoscere e ad amare la natura ed effettua laboratori nelle scuole elementari e medie sulle piante. 
I titoli più recenti sono: Il giardino degli affetti, L'Artistica Editrice Savigliano; Il giardino dei frutti perduti, L'Artistica Editrice Savigliano; Siamo alla frutta. 400 ricette per portare in tavola la frutta, Blu Edizioni; La benevolenza divina: l'incontro che cambia la vita, L'Artistica Editrice Savigliano; Infanzia di guerra: Un giardino di ricordi, L'Artistica Editrice di Savigliano; Le storie che non ti ho raccontato, L'Artistica Editrice di Savigliano; Ragazze di ieri, L'Artistica Editrice di Savigliano.
 
Architetto paesaggista, milanese, laureato al Politecnico di Milano, FILIPPO PIZZONI ha studiato Garden Design alla Inchbald School of Design di Londra e si è specializzato in Conservazione di Parchi e Giardini Storici all'Università di York, con una Borsa di studio ICOMOS-IFLA. Con aMAZING_sTUDIO, fondato nel 2000, ha conseguito riconoscimenti nazionali e internazionali come la partecipazione al XIIIeme Festival International des Jardins de Chaumont-sur-Loire, a Lausanne Jardins 2004, e il Premio Martini per gli Architetti del Paesaggio 2004.
Dal 2006, accanto alle commesse private, ha ottenuto diversi incarichi pubblici. Insieme all'attività di progettazione e di restauro, si impegna nell'insegnamento e nella comunicazione della cultura del giardino, con pubblicazioni, conferenze, mostre, convegni e manifestazioni legate al tema del verde. Autore di diverse pubblicazioni, dal 2015 insegna al Master in Architettura del Paesaggio e del Giardino all'Università IUAV di Venezia. Nel biennio 2015-2016 è stato Direttore della Scuola Agraria del Parco di Monza. Coordina il Comitato organizzatore della Mostra-mercato Orticola ai Giardini Indro Montanelli di Milano e dal 2012 organizza le Giornate di Studi di Orticola di Lombardia. Membro attivo del Tavolo del verde, il gruppo di lavoro costituito da associazioni ed esperti del settore dall'Assessorato Verde e Agricoltura del Comune di Milano, ha partecipato all'organizzazione della manifestazione GreenCity Milano 2017. Socio Aiapp, Vicepresidente di Orticola di Lombardia, è Consigliere di Italia Nostra Milano Nord-Boscoincittà e di AssIOrt, Associazione Italiana Ortoterapia. 
 
Laureato in Scienze Agrarie a Padova, PAOLO SEMENZATO ha conseguito il Master of Landscape Architecture presso l'Università di California a Berkeley, dove ha successivamente svolto attività di ricerca nel settore della "Urban Forestry". Dal 2001 è professore associato presso il Dipartimento Tesaf dell"Università di Padova, dove è stato ricercatore dal 1990 al 2001. Socio corrispondente dell'Accademia Italiana di Scienze Forestali, svolge attività di ricerca nel campo della selvivoltura urbana, dell'ecologia del paesaggio e della pianificazione ecologica del territorio. In particolare ha affrontato temi relativi alla progettazione di sistemi informativi e di GIS per la gestione del verde pubblico, per l'analisi del verde storico e per la valutazione dei servizi ecosistemici dell'infrastruttura verde. Ha organizzato convegni internazionali sui temi dell'ecologia del paesaggio e della pianificazione e progettazione delle aree verdi. Coordinatore di unità di ricerca per programmi PRIN, responsabile scientifico di numerosi progetti di ricerca finanziati da Regioni ed Enti locali. Ha svolto attività di revisore per riviste internazionali (Urban Forestry and Greening, Arboriculture and Urban Forestry, Landscape and Urban Planning, Environmental Engineering and Management Journal). Ha partecipato come rappresentante italiano alle azioni COST E39 Forest, Trees and Human Health and Well-being e FP 1204 Green Infrastructure approach: linking environmental with social aspects in studying and managing urban forests, ed è membro del Network europeo Le-Notre (Landscape Education New Opportunities for Teaching and Research in Europe) e del gruppo di Urban Forestry e di Landscape Management della IUFRO. Autore e coautore di pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali e internazionali e di pubblicazioni tecniche, tra cui una monografia sulla pianificazione e gestione del verde urbano. Ha lavorato in diversi progetti professionali nel campo della selvicoltura urbana e del restauro di paesaggi storici, tra cui recentemente il progetto di restauro del Parco di Villa Revedin Bolasco, a Castelfranco Veneto, di proprietà dell'Ateneo di Padova. 
 

AVVISI</strong></p> <p style="text-align: center;"> 

18 APRILE 2018
Mercoledì 18 aprile 2018, alle ore 18 presso la Libreria Feltrinelli di Padova, via San Francesco 7, la giornalista CATERINA CISOTTO presenta il libro di ELENA  ACCATI Ragazze di ieri, L'Artistica Editrice, colloquiando con l'autrice. 
 
19 APRILE 2018
Per chi non abbia potuto essere presente all'inaugurazione della mostra Craco. I colori del silenzio. Immagini da un borgo abbandonato, promossa dal Gruppo Giardino Storico Università di Padova con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, abbiamo organizzato una visita guidata dal fotografo NINÌ CANDELA e dal curatore LUCIANO MORBIATO per giovedì 19 aprile 2018, alle ore 11.30. Appuntamento al secondo piano di Palazzo Angeli in Prato della Valle 1 a Padova.

Craco. I colori del silenzio. Immagini di un borgo abbandonato

Mostra del fotografo ANTONIO “NINÌ” CANDELA

24 MARZO – 6 MAGGIO 2018

Museo del Precinema, Palazzo Angeli, Prato della Valle, 1/A, Padova

visitabile dalle 10 alle 18 (chiusa il martedì e il I maggio)

Le fotografie della cittadina lucana, abbandonata a partire dagli anni '60 del Novecento, sono il risultato di ripetute campagne fotografiche nelle quali la documentazione obiettiva sullo stato degli edifici e sul paesaggio circostante è passata dal recupero memoriale alla ricerca sperimentale. Il catalogo della mostra è disponibile presso la libreria IL LIBRACCIO, via del Portello 42, Padova.

20 APRILE 2018
Venerdì, 20 aprile 2018, la conferenza Paesaggi, memorie, luoghi: ricordando Denis Cosgrove geografo culturale, con la presentazione del volume Paesaggi di villa. Architettura e giardini in Veneto, a cura di Margherita Azzi Visentini, Giuseppe Rallo, Mariapia Cunico. Promossa dall'ISTITUTO VENETO di SCIENZE, LETTERE e ARTI in collaborazione con UNIVERSITÀ CÀ FOSCARI  VENEZIA- DIPARTIMENTO DI ECONOMIA, nella sede dell'Istituto Veneto di palazzo Loredan campo Santo Stefano, Venezia, alle 10.
GIOVEDÌ, 26 aprile 2018
Giovedì 26 aprile 2018, lezione straordinaria per il Gruppo Giardino Storico Università di Padova nell'aula A, Fiore di Botta, Padova, alle 16. GIANNI VENTURI - Università di Firenze presenta la mostra I giardini dei duchi. Luoghi di delizia dai Montefeltro ai Della Rovere, Palazzo Ducale di Urbino, 28 marzo-10 giugno 2018.
 
GIOVEDÌ, 3 MAGGIO 2018
Giovedì 3 maggio 2018, FRANCESCO VALLERANI - Università Cà Foscari Venezia tiene la lezione Natura selvaggia come Altrove, tra modernità che esplora e aspirazioni avventurose del turismo posmoderno nell'ambito del corso 2018 La parte del selvaggio. Miti e figure della natura senza l'uomo, rimandata in marzo a causa dell'allerta meteo.
 

 
VISITE e VIAGGI
 
21 APRILE 2018
Verde a Venezia: broli, orti, giardini
Valeria De Toffol, Margherita Levorato, Luis Zenatto - Gruppo Giardino Storico Università di Padova
 
Programma della visita a Venezia 

GGS-Visita-Venezia-2018

 

 4-5 MAGGIO 2018
Ai confini del Friuli Venezia Giulia: borghi, ville e giardini
a cura di Cristina Cremonese, con Bernardetta Ricatti - Gruppo Giardino Storico Università di Padova
 
Programma del viaggio in Friuli Venezia Giulia
 

GGS-Viaggio-Friuli-2018

 
24-27 MAGGIO 2018
Giardini e paesaggi in Trentino
con Fabrizio Fronza - agronomo, curatore dei parchi di Levico e Roncegno; Margherita Levorato - Gruppo Giardino Storico Università di Padova; Cesare Micheletti, Loredana Ponticelli - ADue Studio Projects for and Researches into the Alpin Space Trento; Alessandro Pasetti Medin - Soprintendenza per i Beni Culturali Trento
 
Programma del viaggio in Trentino
 

GGS-Viaggio-Trentino-2018

Home 1 marzo 2018

XXVIII CORSO DI AGGIORNAMENTO SUL GIARDINO STORICO "GIULIANA BALDAN ZENONI-POLITEO" – 2018
Aspetti letterari, storici, filosofici, architettonici, economici, botanici, ambientali

La parte del selvaggio. Miti e figure della natura senza l’uomo

 

giovedì, 1 marzo 2018, ore 16.00 aula A,
Complesso Didattico di Biologia e Biomedicina Fiore di Botta, via del Pescarotto 8, Padova

 

Natura selvaggia come Altrove, tra modernità che esplora e aspirazioni avventurose del turismo postmoderno

FRANCESCO VALLERANI - Università di Venezia

 

Vorrei occuparmi di come la mitologia del selvaggio, sia come flora e fauna che come comunità tribali marginali al di fuori della modernità occidentale, costituisca un tema ricorrente nelle pratiche esplorative non solo da un punto di vista squisitamente scientifico, ma anche in relazione agli obiettivi della colonizzazione europea.
L'esploratore diventa un tramite indispensabile per conoscere e in seguito divulgare le componenti naturali e antropiche delle terre incognite. Tale attitudine non morirà mai, tanto che ancora oggi una nicchia in espansione all'interno delle pratiche turistiche fa delle esplorazioni, fittizie e trasfigurate dalle regole del mercato, un obiettivo attraente, quasi una opportunità per tornare in contatto con la naturalità perduta. Pura illusione ovviamente: ancora una volta il paesaggio diventa teatro.
Francesco Vallerani

 

Turismo "avventura" nel selvaggio fiume amazzonico

 

Francesco Vallerani si è formato presso il Dipartimento di Geografia dell'Università di Padova. Nel 1988 ha conseguito il Dottorato di Ricerca in "Geografia storica e pianificazione del territorio" presso l'Università di Pavia. Nel 1991 ha conseguito una Borsa di Perfezionamento post dottorato per lo studio del riuso a scopo turistico dei fiumi e canali dell'entroterra del Veneto Orientale, occupandosi inoltre del tema del turismo alternativo (e in particolare quello connesso ai luoghi letterari).
Dal 1993 al 1995 ha partecipato a un progetto europeo per lo studio del ruolo dei progetti idraulici nella costruzione di un'idea europea di ambiente, natura e paesaggio a partire dal primo dopoguerra, lavorando alla London University e alle università di Odense e Linkoeping. Nel 1995 ha ottenuto l'incarico di Ricercatore presso il Dipartimento di Geografia dell'Università di Padova. Nel 1997 elabora il progetto di ricerca sui Bacini Fluviali, che vede la collaborazione tra il Dipartimento di Geografia e l’UNESCO Venice Office, organizzando un gruppo di lavoro sui principali fiumi veneti. Nel 1999 sviluppa un progetto di ricerca sul problema del riuso dei waterfronts urbani, con particolare riguardo al caso di Melbourne, che affronta in occasione dell’incarico di visiting professor presso il Department of Geography di UniMelb tra agosto e ottobre del medesimo anno. Sempre nel 1999 inizia l'attività di Professore Associato di Geografia Regionale presso l'Università degli Studi di Milano.
Dal novembre 2003 si trasferisce al Dipartimento di Studi Storici presso l'Università di Venezia Cà Foscari per l’insegnamento di Geografia Generale e di Geografia Culturale. Nel febbraio 2004 assume il ruolo di Professore Ordinario in Geografia sempre presso l'ateneo veneziano.
Nel 2005 ha coordinato il gruppo di ricerca per la stesura del Piano Territoriale Turistico della Provincia di Treviso. Nello stesso anno ha elaborato e diretto il progetto "Coste e lagune venete friulane e sarde" con particolare riguardo allo studio della sostenibilità in ambienti anfibi. Nel 2007 ha assunto l'incarico di Presidente del comitato scientifico del progetto interregionale LEADER "Le vie d’acqua del Nord Italia". Nel 2008 la sua monografia Acque a nordest ha avuto il riconoscimento del premio A. Ghetti da parte dell’Istituto Veneto di SS.LL.AA. Durante il 2008 si occupa del tema paesaggio in relazione al ruolo dell’eredità palladiana, organizzando e partecipando a numerosi convegni e conferenze. Sempre nel 2008 dirige il progetto di ricerca INTERREG Italia-Slovenija dedicato all'evoluzione dei paesaggi di bonifica del Veneto Orientale. Nel 2010 ha avviato un progetto di ricerca, in collaborazione con la Fondazione Ligabue, sull'evoluzione geostorica dei paesaggi antropici nel Llanos de Mojos, nelle regioni del Beni e del Chapare boliviano. Nel 2012 collabora con un progetto Adriatic IPA, gestito dalla Regione Veneto, dedicato al recupero della cultura nautica di terraferma e al Museo della Navigazione di Battaglia Terme. Sempre nel 2012 ha elaborato un progetto di cooperazione internazionale per lo studio di strategie di smaltimento rifiuti e per la pianificazione del turismo sostenibile in ambienti insulari fragili (arcipelago delle isole Bijagòs, Guinea Bissau), ottenendo il finanziamento Regione Veneto-EuropeAid. Dal 2015 al 2017 ha coordinato il progetto internazionale Waterscapes as Cultural Heritage, dedicato ai fiumi minori europei. Nel 2018 ha avviato un progetto di collaborazione internazionale Ca' Foscari-UNESCO, dedicato alla creazione del Water Museums Global Network, con sede a Venezia.
 

Alle 16, prima della lezione, PATRIZIA BOSCHIERO - Fondazione Benetton Studi e Ricerche presenta il dossier memoria dedicato dalla Fondazione Benetton al Jardin de Cactus e all'artista Cèsar Manrique che lo ha realizzato nell'isola di Lanzarote, vincendo il Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino 2017, XXVII edizione:

Lanzarote. Jardin de Cactus, a cura di Patrizia Boschiero, Luigi Latini, Juan Manuel Palerm Salazar, collana "Memorie e dossier",
Fondazione Benetton Studi e Ricerche, Treviso, 2017
"Al piccolo Jardín de Cactus dell’isola vulcanica di Lanzarote, parte di una speciale costellazione di cave e crateri coltivati e testimonianza esemplare di un fertile equilibrio tra natura e cultura, è dedicato il Premio Carlo Scarpa 2017. La cava di Guatiza trasformata in giardino è uno dei più significativi progetti realizzati dall’artista César Manrique (1919-1992), con le modalità proprie della storia dell’isola: costruire terrazzamenti, stendere superfici di picón, elevare strutture in pietra per la protezione dai venti, coltivare le piante."
 

Qui il link per scaricare l'intervento di SERGE BRIFFAUD - Ecòle Nationale Supérieure d'Architecture et de Paysage de Bordeaux che ha inaugurato il corso 2018 del Gruppo Giardino Storico Università di Padova, illustrando i fondamenti concettuali, storici, antropologici ed ecologici dell'attenzione per il tema "NATURA SELVAGGIA".

Serge-Briffaud-Introduzione-CorsoGGS-2018

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Home Brunon Mosser 18 maggio 2017

 XXVII CORSO DI AGGIORNAMENTO SUL GIARDINO STORICO “GIULIANA BALDAN ZENONI-POLITEO” – 2017

 Aspetti letterari, storici, filosofici, architettonici, economici, botanici e ambientali

 Il giardino come gioco: percorsi ludici nel tempo e nello spazio

 

 18 maggio 2017, ore 16.00, aula H, piano terra del Fiore di Botta

 Complesso Didattico di Biologia e Biomedicina Fiore di Botta, via del Pescarotto 8, Padova

 

 

HERVÉ BRUNON – Direttore di ricerca al CNRS-Centre André Chastel Parigi, MONIQUE MOSSER – Storica dell’arte e dei giardini, Ingénieur Honoraire au CNRS Parigi

 Dai giochi principeschi ai parchi di divertimento (XVI-XIX secolo)

Il gioco ha avuto un ruolo molto rilevante nella concezione strutturale e funzionale dei giardini europei, come testimonia la ricca scelta di opportunità ludiche, comprendenti sia giochi stanziali all’aperto sia giochi sportivi e dinamici come la pallacorda e la pallamaglio. Dalla rivoluzione francese in poi, elementi come le altalene e le giostre, attività ludiche e teatrali riservate fino ad allora ai giardini principeschi e aristocratici si diffusero in spazi urbani vegetali, accessibili anche al pubblico, che si possono considerare i primi parchi di divertimento moderni.

 Balancoire à Rambouillet e Cascade à Dampiere, dessinè par Bellini, da Jardin anglo chinois, 21 voll., Parigi, tra il 1775 e il 1789, ed. George Louis Le Rouge, vol. 11 immagine tratta dal sito www.yale.edu Library Catalogs & Databases, Beinecke Rare Book & Manuscript Library

Hervé Brunon, storico del giardino e del paesaggio, è direttore di ricerca al Centre André Chastel di Parigi. Dopo essersi occupato della sezione Histoire culturelle des jardins et du paysage nell’ambito dell’Équipe de recherche sur l’histoire de l’architecture moderne (ERHAM), oggi coordina insieme a Thierry Laugée il nuovo tema Images, dispositifs, lieux : questions épistémologiques, herméneutiques et anthropologiques. Membro del comitato di redazione della rivista “Le Carnets des Paysages”, tiene la rubrica Cultiver notre jardin nella rivista “Vacarme” e collabora con Monica Preti dal 2007 per la programmazione dei cicli di incontri Histoire et culture des Jardins all’auditorium del Louvre. Fa parte anche del Comitato Scientifico della Fondazione Benetton Studi e Ricerche Treviso, del  Comitato Scientifico Internazionale dei Paesaggi Culturali (International Federation of Landscape Architects) e della Prima Sezione della Commissione Nazionale dei Monumenti Storici in Francia. Tra I suoi ultimi libri: Jardins de sagesse en Occident, Seuil, 2014; L’Imaginaire des grottes dans les jardins européens, con Monique Mosser, Hazan, 2014, Grand Prix de l’Académie française nel 2015; De la peinture au jardin, con Denis Ribouillault, Olschki, 2016.

Monique Mosser, storica dell’arte, dell’architettura e dei giardini e dal 2012 Ingénieur Honoraire presso il Centre André Chastel di Parigi, si è dedicata sia alla ricerca che alla docenza. Ha infatti insegnato Storia dei giardini all’École Nationale Supérieure du Paysage di Versailles, in Francia, in Svizzera e presso molte istituzioni, e ha fondato e codiretto il master Jardin Historique, patrimoine et paysages, frutto della collaborazione tra la scuola di Versailles e l’Università Paris Panthéon Sorbonne. Ha ideato e organizzato molte esposizioni dedicate alla valorizzazione dei giardini e dei beni culturali, collaborando anche con il Ministero della Cultura francese come membro della Commission des Monuments historiques “Parcs et jardins”, dal 1994 fino alla soppressione nel 2004. Ha scritto articoli, cataloghi e libri. Tra essi, L’Architettura dei giardini d’Occidente, 1990, tradotto in italiano, inglese e tedesco. Ha curato una raccolta di opere sul paesaggio e sul giardino per Éditions de l’Imprimeur (Besançon): con Hervè Brunon, L’Imaginaire des grottes dans les jardins européens, Hazan, 2014. Ha collaborato con architetti e paesaggisti in occasione di concorsi internazionali come Jean Aubert et Pascal Cribier (parco de La Villette, Opéra Bastille, ecc). Fa parte del comitato scientifico della Fondazione Benetton Studi e Ricerche Treviso.


Domenica 21 maggio 2017, alle 16.30, MARIA PIA CUNICO e ANTONELLA PIETROGRANDE presentano la guida TOURING - ASSOCIAZIONE PARCHI E GIARDINI D’ITALIA L’Italia dei giardini, 2016,nella giornata "LETTURE tra gli ALBERI SECOLARI”, a Villa Barbarigo,Valsanzibio, nei Colli Euganei, Padova

www.valsanzibiogiardino.it  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

 

Home Donà 2 marzo 2017

XXVII CORSO DI AGGIORNAMENTO SUL GIARDINO STORICO

“GIULIANA BALDAN ZENONI-POLITEO” – 2017

Aspetti letterari, storici, filosofici, architettonici, economici, botanici e ambientali

Il giardino come gioco: percorsi ludici nel tempo e nello spazio

 

2 MARZO 2017, ore 16.00, aula H, piano terra del Fiore di Botta

Complesso Didattico di Biologia e Biomedicina Fiore di Botta, via del Pescarotto 8, Padova

 

CARLO DONÀ – Università di Messina

Fallacia e verità del labirinto

 

Attribuito a LODEWIJK TOEPUT, il POZZOSERRATO, Giardino d’amore con labirinto, circa 1579-1584, Royal Collection Trust/©Her Majesty Queen Elizabeth II 2017 (GB), esposto alla mostra Painting Paradise. The Art of the Garden, Londra, The Queen’s Gallery, Palace of Holyroodhouse, 5 agosto 2016-26 febbraio 2017

 

Il giardino può collegarsi al gioco in molti modi: può ospitarlo, come, poniamo, nel caso di un girotondo su un prato; può favorirlo, creando per esso appositi spazi, come un golf course che è, insieme, giardino e sede del gioco; può suscitarlo, per esempio attraverso i giochi d’acqua. Ma il giardino può anche divenire esso stesso gioco: e tra i giochi del giardino – non quelli che vengono fatti nel giardino, ma quelli che si fanno col giardino stesso – il primo posto per importanza, antichità e diffusione spetta senza dubbio ai labirinti.Tutti noi conosciamo le grandi realizzazioni dell’età barocca, come il labirinto di Stra o quello di Valsanzibio, e probabilmente abbiamo tentato almeno una volta la conturbante fallacia dei loro percorsi. Ma, dietro agli intrichi delle vie bordate dalle imponenti siepi di bosso o di carpini, dietro alle straordinarie architetture vegetali di questi capolavori di inventiva e di spirito, dietro ai loro progetti circonvoluti e complessi, c’è una tradizione millenaria, ancora largamente oscura e profondamente misteriosa. Perché la storia del labirinto è essa stessa un labirinto che dal cupo mito cretese del Minotauro conduce, senza soluzioni di continuità, fino agli inquietanti racconti di Borges o all’enorme (e tutto sommato pacchiano) labirinto parmense di Franco Maria Ricci. Nella fallacia delle vie del labirinto è dunque nascosta la problematica verità di un mito, o forse di un archetipo che cercherò di presentare almeno nelle linee principali.

 CARLO DONÀ (1959), professore ordinario di Letterature Comparate all’Università di Messina, si occupa ormai da molti anni di storia comparata della cultura, con particolare attenzione al Medioevo e al rapporto tra cultura alta e tradizioni popolari. Ha pubblicato, tra l’altro, lavori sull’animale guida, sulle fiabe, sul viaggio oltremondano. Attualmente sta terminando un libro sulla simbolica della spada. Il suo curriculum e alcune delle sue pubblicazioni sono scaricabili all’indirizzo https://unime.academia.edu/CarloDonà

 

Il GGS segnala, prima della lezione, l’intervento di

FLAVIA PASTÒ, che illustra il Labirinto di Borges all’Isola di San Giorgio, a Venezia, aperto in occasione dei 25 anni dalla morte dello scrittore argentino JORGE LOUIS BORGES. Si tratta di una ricostruzione del giardino-labirinto che l’architetto RANDOLL COATE progettò in suo onore e che è stato realizzato dall’agronomo e paesaggista padovano, MARCO TOSATO. Ispirato a Il giardino dei sentieri che si biforcano, uno dei racconti più noti di Borges, il labirinto è composto da 3250 piante di bosso che riproducono il nome del poeta come se fosse scritto sulle pagine di un enorme libro aperto. All’interno, è stato anche inserito un corrimano per guidare verso l’uscita i non vedenti: condizione che il poeta visse personalmente negli anni ’50 del Novecento.

Architetto paesaggista, FLAVIA PASTÒ è docente a contratto in Progettazione del Paesaggio presso l’Università degli studi di Trieste, sede di Gorizia, e collaboratore alla didattica nel corso di Outdoor design presso il Politecnico di Milano.


 

VENERDÌ 24 + SABATO 25 + DOMENICA 26 FEBBRAIO 2017

ore 21, al CINEMA TEATRO ESPERIA, via Chiesanuova 90, PADOVA

Viene proiettato il documentario Funne – Le ragazze che sognavano il mare, fiaba moderna della regista KATIA BERNARDI sull’avventura di 12 irresistibili ragazze ottantenni, presentata alla Festa del Cinema di Roma.

SABATO 25 FEBBRAIO 2017, ore 21, laproiezione si svolge nell’ambito della rassegna “Sguardi al femminile” dell’Associazione KAIROS DONNA, alla presenza della regista KATIA BERNARDI, di ELISABETTA MARCHIARI psichiatra e psicanalista, di  DANIELA LAGASTRA psiconalista, di MARIA VITTORIA MIOTTI psichiatra e psicoterapeuta e di ANTONIO COSTA, professore universitario di Storia del Cinema